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Matematica e Industria, coppia vincente.

“TRIESTE- Esof 2020Trieste città europea della scienza, chiude con un successo scientifico per l’alto livello degli scienziati partecipanti, per il numero degli eventi e la partecipazione del pubblico …”

Inizia così l’articolo pubblicato su Il Gazzettino.
Parliamo di 
EUROSCIENCE OPEN FORUM che quest’anno ha trovato casa a Trieste dal 2 al 6 settembre 2020.
Nomi di altissimo livello, due premi Nobel, Ada Yonah, Nobel per la Chimica, Barry Barish, Nobel per Fisica per le ricerche sulle onde gravitazionali, Alessio Figalli, medaglia Fields per la matematica, equivalente al Nobel, il Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco e l’economista statunitense Jeffrey Sachs, sono i più illustri tra i tanti che hanno popolato l’evento.

Durante questo avvenimento internazionale Trieste si è animata di 180 appuntamenti in 5 gg e circa 7000 connessioni.
L’evento è stato anche un momento di incontro tra Azienda e Scuola. Tra le diverse eccellenze scolastiche protagoniste, anche SISSA – Scuola Internazionale di Studi Superiori Avanzati –  3° Università del Friuli – la quale ha partecipato con il titolo a cartellone “SCIENCE IN THE CITY FESTIVAL”.

Nella serata di venerdì 4 settembre si è dibattuto di scienza e industria e di matematica applicata all’industria, alla presenza di esponenti di grandi realtà aziendali come FINCANTIERI e DANIELI e del nostro Direttore Operativo Ing. Riccardo Furlanetto.
Riccardo, nella doppia veste di docente di innovazione e di responsabile di innovazione ed industria, ha portato un po’ di IMESA nel mondo scientifico.

Ciao Riccardo, per accompagnare i lettori nella nostra chiacchierata partirei da due domande che ti sono state rivolte durante la serata.

Perfetto, cominciamo pure.

“La matematica ricopre un ruolo sempre più importante nell’innovazione di prodotti e processi, perché?”

Durante la mia esperienza ventennale in ambiente R&D e innovazione ho assistito allo sviluppo della matematica applicata all’industria.

Sarebbe opportuno distinguere tra matematica day by day e matematica high end di massimo livello. Nel contesto “day by day”, la matematica applicata è sempre più uno strumento ottimale per accrescere la capacità di fare scelte multiple e di ottimizzare i processi.

Ho osservato, nel corso degli anni, ingegneri approdare al mondo industriale e, a poco a poco, archiviare anni di matematica in università, concentrandosi ad esempio sulla meccanica.

Un efficiente R&D per progredire nei tempi moderni non può più permettersi di non considerare la matematica applicata.

È un cambiamento di approccio allo sviluppo che stiamo mettendo in campo anche in IMESA: Incoraggiare le nostre persone ad utilizzare strumenti diversificati in fase di progettazione e di sviluppo prodotto, tra i quali appunto anche la matematica.

 “Come accelerare l’innovazione, il trasferimento della conoscenza  e il trasferimento tecnologico nel rapporto università e impresa?”

Università-Impresa è un matrimonio che, secondo la mia esperienza e il mio pensiero, può portare a grandi risultati.

Io sostengo che bisogna cominciare a vedere l’università come business-partner e vedere l’industria come il partner di ricerca. Solo lo scambio dei ruoli porta alla crescita, uno scambio bi-direzionale.

L’industria stessa deve cominciare a trasferire know-how all’università per travasare esperienza, mentre l’università deve unire la visione business di un progetto alla pura ricerca.

Questa condizione porterebbe ad accelerare il cambiamento attraverso la gestione ottimale di progetti e temi specifici.

Quando ci si occupa di innovazione in un’azienda, immagino che ci si scontri quasi sempre con una storicità e una metodologia radicate. Quali azioni metti in campo per superare questi ostacoli?

La cultura aziendale costituisce i muri di casa. Abbatterli? Non necessariamente.

Partiamo dal concetto che il cambiamento richiede tempo e non sottovalutiamo questo aspetto che di per sé è già uno scoglio da superare. L’azienda per indole vuole il risultato subito, è una necessità ma anche un “difetto” in molte occasioni.

Come cambiare allora? L’innesto di forze fresche in azienda, cioè coloro i quali sono riconosciuti come “change agents” in quanto liberi dai vincoli del passato, è il punto di partenza. La contaminazione tra staff storico e forze nuove porta ad un cambiamento positivo.

Persone e coerenza nel perseguire la strategia e gli obiettivi sono le giuste leve al cambiamento. Ribadisco, coerenza, coerenza e ancora coerenza con le scelte fatte. Tutto è migliorabile strada facendo, questo non significa però cambiare direzione alla ricerca di risultati più veloci che spesso non si rivelano altrettanto efficaci.

La parola innovazione porta comunemente a pensare a nuovi strumenti e alta tecnologia. La tua definizione di innovazione, invece, è molto umana.

Esattamente e ne sono fermamente convinto. L’innovazione è tale quando ha successo e il successo è fatto dalle persone.  È fondamentale creare un “humus” di persone che favorisca lo sbocciare delle idee.

Ti va di raccontarmi un successo innovativo del tuo percorso lavorativo?

Si può fare innovazione di un prodotto, ma anche di un metodo e di un’idea.

Sono molto fiero, ad esempio, di un progetto realizzato in passato che aveva lo scopo di creare un ambiente nel quale convergevano studenti universitari e dottorandi, miscelati con persone dell’azienda stessa. In sostanza un punto di incontro industria-università concentrato sull’ aspetto formativo degli universitari nel contesto industria, mantenendo però vive le capacità accademiche.

IMESA fin da subito si è dimostrata sensibile a questo progetto che per me è sempre stato un credo. Amo lavorare con team multiculturali, multietnici ma nello stesso tempo radicati nel territorio, team capaci di attrarre le diversità di genere, di formazione, culturali e di esperienza lavorativa.

 Quante chance offre questo settore fatto di acqua, di aria e di vapore, normalmente relegato nel back stage ma nello stesso tempo indispensabile?

Di chance ce ne sono parecchie. Innovazioni IoT e chimica sono ad esempio due degli argomenti principe che meritano studio e sviluppo.

In IMESA oggi siamo interessati al processo che ci conduce al risultato e questo richiede eterogeneità di competenze. Non ci soffermiamo solamente sul prodotto, ma ne sviluppiamo le performance. Torniamo quindi al concetto di team, un team composto di tante figure indispensabili, ognuno per la propria conoscenza e questo è ciò che arricchisce veramente la cultura aziendale e di conseguenza il settore.

Ci si può ancora divertire quindi in questo settore?

Assolutamente si! Liberiamoci della meccanica e pensiamo all’intelligenza artificiale, alla chimica dei tessuti, insomma guardiamo oltre e ci divertiremo un sacco.

Questa chiacchierata mi lascia una sensazione di colori, voci e suoni … quella di un team all’opera.
Grazie Riccardo e buon lavoro.

 

Di seguito un link di approfondimento per chi desiderasse sapere di più su SISSA e sul Festival della Scienza:  https://www.sissa.it/it/news/sissa-esof2020